L’Aragonite aiuta a essere presenti e centrati in se stessi anche in momenti di stress o di forti cambiamenti all’orizzonte. Facilita una riorganizzazione interna, una centratura e infine una stabilità da cui possiamo trarre nutrimento per poi aprirci al nuovo. La sensazione che mi trasmette è proprio quella di una pietra di passaggio che lavora con ognuno in modo differente a seconda delle necessità. Può aiutare a fare pulizia, a prendere coscienza del momento in cui ci troviamo e a comprendere di cosa abbiamo bisogno. A volte si ha bisogno di lasciare andare il vecchio per fare spazio ad altro, a volte sono blocchi e paure che abbiamo bisogno di superare. Per qualcuno è importante solo tornare in se, centrarsi e fare il punto, per qualcun’altra è importante trovare la propria direzione.
Lavorare con l’Aragonite significa quindi essere presenti, focalizzare e prendere la direzione buona per noi. E' un pò come riorganizzare il nostro spazio interno, liberare, sistemare, archiviare e restare presenti e aperti verso nuove energie. Aiuta a superare l'eventuale paura dell'ignoto che spesso emerge di fronte a momenti di cambiamento. Ci accompagna inoltre nel prendere coscienza di tutto quello che tratteniamo e che non ci permette di fare spazio. Facilita in questo modo il processo del lasciare andare tutto quello verso cui non siamo più interiormente allineati. Lasciare andare non è semplice, siamo attaccati a quello che conosciamo anche se non è più nutriente per noi, ma è indispensabile per evolvere e accogliere il nuovo.
L’Aragonite “stellare” in particolare può aiutarci a focalizzare i nostri bisogni, a comprendere qual'è la direzione da prendere. Ci si può connettere col cristallo e fare una meditazione/visualizzazione. Immaginiamo di entrare nelle terminazioni come fossero stanze che rappresentano diverse direzioni o parti di noi o differenti realtà alternative. Proviamo a immaginare di entrare nelle “stanze” e vediamo cosa emerge, restiamo in ascolto. Manteniamo un respiro consapevole e visualizziamoci mentre esploriamo gli spazi, osserviamo ogni volta cosa emerge e come ci sentiamo in quell’immagine. Se percepiamo lo spazio pieno e disordinato possiamo immaginare di fare ordine. Prendiamo un immagine, un pensiero, un oggetto o qualsiasi cosa emerge e immaginiamo mensole, cassetti, scatole in cui poterli riporre... Possiamo anche immaginare di eliminare quello che non serve... Lasciamo che l'inconscio evochi immagini e seguiamo la visualizzazione senza volerla modificare.